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ORO.
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ORO.
Definiz: Sost. masc. Metallo di colore giallo lucido, malleabilissimo e duttilissimo, ed uno dei più preziosi.
Dal lat. aurum. –
Esempio: Dant. Parad. 16: E le palle dell'oro Fiorian Fiorenza in tutti suoi gran fatti.
Esempio: E Dant. Parad. 17: La luce.... si fe' prima corrusca Come a raggio di sole specchio d'oro.
Esempio: Petr. Rim. F. 217: Onde tolse Amor l'oro e di qual vena Per far due trecce bionde?
Esempio: E Petr. Rim. F. 337: Ivi, com'oro che nel foco affina, Mi rappresento carco di dolore.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 277: Io non voglio che tu perda altro che mille fiorin d'oro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 70: Qual lo stagno all'argento, il rame all'oro, Il campestre papavere alla rosa.... Tal ec.
Esempio: Cellin. Vit. 84: Mi dettono tutto l'oro, il quale era in circa dugento libbre, e mi dissono che io lo fondessi quanto più segretamente che io poteva.
Esempio: Galil. Op. I, 218: Se noi aremo un misto di oro e di argento, è chiaro che, per participare di argento, peserà meno che l'oro puro, e, per participar di oro, peserà più che il puro argento.
Esempio: Salvin. Lett. IV, 2, 247: L'oro si vede che è stato ben visto in ogni secolo.
Esempio: Fag. Comm. 6, 178: Come se l'oro si zappasse! Per tutto oro! e siamo in tempi che c'è carestia del piombo.
Esempio: Giust. Vers. 202: False carni, oro falso e falsa gioia.
Esempio: Guast. Rapp. El. 96: Tutti convenivano che questa sostanza, detta pietra filosofale, avesse la virtù di trasformare i metalli imperfetti in oro o in argento, e di far l'uomo dovizioso.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Tass. Gerus. S. 18, 16: E tal di vaga gioventù ritorna Lieto il serpente, e di novo òr s'adorna.
Definiz: § II. In locuz. figur. –
Esempio: Poliz. Lett. 253: La prima vostra lettera e questa tengano (tengono), non appresso di me, ma appresso di qualcun altro che l'à vista, non vo' dire di rame, ma senza dubio d'uno oro non in tutto purgato.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 169: Qui del puro natio dolce idioma L'oro s'affina.
Definiz: § III. E secondo il vario grado di purezza, la sua lavorazione, e simili, si usa con varj aggiunti o compimenti, come Oro Di coppella, Oro Di metà, Oro Di pagliuola, Oro Di ventiquattro carati, Oro Di ventitrè carati, Oro A diciotto, Oro Colato, Oro Fine o Fino, Oro Filato, Oro Matto, ec. –
Esempio: Rim. Ant. P. N. B. 86: Più puro d'oro matto.
Esempio: Dant. Inf. 14: La sua testa è di fin oro formata, E puro argento son le braccia e il petto.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 16: Chi vuole determinare se l'oro è fine, o quanto manca da sua finezza, annovera i gradi o veramente carati; e se truova essere di ventiquattro carati, dice essere perfetto, e tanto essere dilunge dal suo sommo, quanto si diparte da quello vigesimo quarto grado o vero carato.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 104: Togli le pinzette, taglia un mezzo pezzo d'oro fino, o d'oro di metà, o d'ariento (benchè non durano), e mettilo sopra il detto mordente.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 178: E quel c'oro filato si domanda, Le guanci' e 'l collo di toccar non resta (qui figuratam.).
Esempio: Cellin. Pros. 210: L'oro matto volse dire dua cose: la prima dimostra che mi volse dir che io era matto a dimandar cotal licenzia; l'altra si è, che si dice oro matto quando ei si lascia l'oro senza brunire.
Esempio: E Cellin. Pros. 252: Di peso di once trenta in circa, e oro di ventitrè carati.
Esempio: Carlett. Viagg. 2, 110: Di questo (del muschio di una certa qualità) non se ne vende nè vede mai; siccome segue dell'oro di ventiquattro carati.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 250: Ciò fu l'ordinare ad istanza e per consiglio de i primarj mercanti, che da indi in poi nella nostra zecca si battesse moneta d'oro di ventiquattro carati, o vogliamo dire fino e senza aggiunta di lega.
Esempio: Galian. Mon. 12: Enumerando le ricchezze in Delfo da lui vedute, dice aver Creso solo donati all'Oracolo centodiciassette mattoni d'oro,... de' quali, quattro erano d'oro di coppella.
Definiz: § IV. E per Oro filato. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 25: In quello fue tessuto tralle fila lo lento oro, e fu disegnato nella tela l'antica storia.
Esempio: Ross. P. Sveton. 3, 84: Le coltre, con che egli fu coperto, erano bianche intessute di oro.
Definiz: § V. E per Oro coniato, Quantità d'oro in moneta. –
Esempio: Nov. ant. S. 19: Un giorno prese questo re molto oro, e diedelo a questo suo figliuolo.
Esempio: Dant. Inf. 19: Nè Pier nè gli altri chiesero a Mattia Oro od argento, quando fu sortito Nel luogo che perdè l'anima ria.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Fatto v'avete Dio d'oro e d'argento.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 167: Me n'andrò molto più contento.... che se voi mi deste del vostro oro e del vostro argento.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 72: Solevano le antiche e bene ordinate repubbliche nelle vittorie loro riempire d'oro e d'argento l'erario.
Esempio: Buonarr. M. V. Lett. Ric. 458: Tremila ducati che portai a Vinegia tra oro e moneta, diventorno, quand'io tornai a Firenze, cinquanta.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 219: Non così agevolmente in gran copia e molto lontano da casa si suole (l'argento coniato) distendere, come fa l'oro, che molto vale, occupa poco luogo, e non ha gran peso.
Definiz: § VI. Con più largo senso, Denaro, e propriamente in grande quantità: ed altresì Sostanza, Averi, Ricchezza; od anche, Guadagno, Lucro. –
Esempio: Dant. Purg. 20: Noi ripetiam Pigmalïone allotta, Cui traditore e ladro e patricida Fece la voglia sua dell'oro ghiotta.
Esempio: E Dant. Conv. 280: Curio, dalli Sanniti tentato di corrompere, grandissima quantità d'oro per carità della patria rifiutare.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 174, 16: Poi che messer Carlo di Valos ebbe rimesso parte Nera in Firenze, andò a Roma: e domandando danari al Papa, gli rispose che l'avea messo nella fonte dell'oro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 57: Un di quel numer mai non gli fu tolto Per offerire altrui più somma d'oro.
Esempio: Tass. Gerus. S. 9, 57: Quella (la Fortuna) che, qual fumo o polve, La gloria di qua giuso e l'oro e i regni, Come piace là su, disperde e volve.
Esempio: Vai Rim. 28: Ma d'ignorar dissimuli Che l'oro e che 'l dominio È di fortuna un semplice munuscolo.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 379: Io veggo tosto L'avarizia dipinta, e gli artifizj Di cui si serve a trar frutto dell'oro, Che a ragione portar frutto non puote.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 62: I torcolieri, intenti al bel lavoro, Convertivan per me la carta in oro.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 191: Essi dunque avrann'oro a più non posso, E noi il male, il malanno e l'uscio addosso?
Esempio: Niccol. Strozz. 1, 7: Oro e possanza Non si cerca da me: sottrar vorrei La dolce patria a servitù novella.
Esempio: E Niccol. Poes. 2, 9: Assiso Il rifiuto di Spagna e di Navarra Sull'itale ruine,... vi conta l'oro Con sanguinose mani.
Esempio: Tomm. Educ. 10: Le idee son come l'oro d'Orazio, che va per mezzo ai satelliti, e rompe le muraglie, più potente del fulmine.
Definiz: § VII. E per Oggetto d'oro od Ornamento d'oro, ed anche Pezzo d'oro, od Oro in pezzi: usato più spesso nel plurale. –
Esempio: Petr. Rim. F. 48: L'oro e le perle, e i fior vermigli e i bianchi ec.
Esempio: Poliz. Rim. C. 25: Cupido.... Al nervo adatta del suo stral la cocca, Poi tira quel col braccio poderoso.... La man sinistra con l'oro focoso, La destra poppa con la corda tocca.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 184: Il niello.... fu trovato dagli orefici sino al tempo degli antichi, essendosi veduti cavi co' ferri ripieni di mistura negli ori ed argenti loro.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 371: I' veddi por in opera Tant'ori, tanta seta e tanti bossoli, Ch'i' dissi: e' ci ha che far prima che in ordine Sia questa sposa.
Esempio: Chiabr. Firenz. 5, 7: Nè vegna manco in bei cristalli e ori Vino spumante, allegrata de' cori.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 2, 149: Lo stile con che si combatte co' vizj è così guerriero, come la spada; la cui bontà e finezza non è posta negli ori dell'elsa..., ma nella tempera dell'acciaio.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 256: Oltre alle replicate proibizioni a i mercanti fiorentini di portare i loro ori a coniare in altre zecche che in quella di Firenze, nel 1320 fu fatta una severa legge contro i falsatori delle monete ec.
Esempio: Tomm. Poes. 139: In ornata stanza Umile fior tra gli ori Ride.
Esempio: E Tomm. Poes. 148: Qual chi delizie ed ori infermo sogna Fra stenti e affanni veri, Il dolor, la miseria e la vergogna Veglian su' tuoi pensieri.
Definiz: § VIII. E per Color d'oro; detto di chioma bionda, specialmente femminile: ed anche per La chioma stessa. –
Esempio: Petr. Rim. F. 150: Se l'oro E i rai veggio apparir del vivo sole, Tutto dentro e di for sento cangiarme.
Esempio: Tass. Rim. S. 3, 81: Non potea dotta man ritrarci in carte De' tuoi lumi e de' crini i raggi e l'oro.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 313: D'odorate viole e di ligustri, Gemme del prato, fa' ghirlande all'oro Che Amor sulla tua fronte orna e governa.
Esempio: Dat. Selv. epit. 14: Ma sull'oro natio di bionda chioma Odorosa ghirlanda intesse il prato.
Esempio: Fag. Comm. 4, 330: L'oro de' vostri crini ormai s'è cangiato in argento.
Definiz: § IX. Oro potabile, fu Nome di un liquido composto, preparato dagli antichi chimici, il quale si diceva contenere una soluzione d'oro e che si credeva un rimedio universale. –
Esempio: Gell. Capr. Bott. 139: Non voglio già che tu ti affatichi in usare certe superstizioni..., come sarebbe l'oro potabile, il latte umano e il sangue de' giovani.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 3, 2: Un vaso di diaspro, Nel cui corpo a gran lettere dorate È scritto Oro potabile.
Esempio: Red. Ditir. 8: Il trebbiano, il colombano Mi tracanno a piena mano: Egli è il vero oro potabile Che mandar suole in esilio Ogni male inrimediabile.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 387: Alcuni chimici dicono potersi ridurre l'oro in liquore potabile per mezzo d'un solvente appropriato; ma ciò è reputato falso da' veri filosofi. Altri ricogliendo a tempo debito una certa spezie di rugiada, da loro nominata Ros Solis, la vanno con loro artifizio preparando; e questa di poi addomandano oro potabile.
Definiz: § X. Ad oro, aggiunto a stoffe o ad altri oggetti, vale Intessuto, Ricamato, con fili d'oro; ovvero Ornato d'oro, Dorato. E si dice anche Lavorato ad oro. –
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 301: Ancora mi donò un mantellino tutto lavorato ad oro.
Esempio: Febuss. Breuss. 1, 49: Ad oro i scudi con altre depenture.
Esempio: Malisp. Stor. fior. 112: Il primo fue il campo azzurro entrovi una ruota di carro gialla, ovvero ad oro.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 354: Fece il Saladin fare.... un bellissimo e ricco letto di materassi, tutti.... di velluti e di drappi ad oro.
Definiz: § XI. A peso d'oro, posto avverbialmente, vale A carissimo prezzo. –
Esempio: Lucan. volg. 134: Lo pane valeva a peso d'oro.
Esempio: Alb. Fam. 132: Lo 'mperio delle genti si compra dalla fortuna a peso d'oro e di sangue.
Esempio: Cas. Rim. burl. 22: E poi metton costor ne' serviziali La scamonea, e 'l mal che Dio dia loro, Per cavarla (la stizza) de' corpi de' mortali, Che saria da comprarla a peso d'oro.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 121: Si fanno pagare le sepolture a peso d'oro.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 185: Nè, a pagarla a peso d'oro, Troverassi più una spia.
Definiz: § XII. D'oro, usato a modo di aggiunto e detto di tessuto d'oro, vale Fatto con fili d'oro, o Nel quale sono frammisti fili d'oro. –
Esempio: Cas. Pros. 3, 150: Come alcuni panni d'oro rilucono eziandio dal rovescio, così la magnanimità è intanto luminosa, ch'ella ec.
Esempio: Bandell. Novell. 1, 58: Fattovi dentro porre il fanciullo in finissimi drappi di seta e di broccato d'oro, quello.... fece condurre al re ec.
Esempio: Stat. Art. Por S. Mar. 84: Che in alcuna sorte di drappi d'oro o di seta non si possa metter filaticci o filugelli, sotto l'infrascritte pene.
Esempio: Ross. P. Sveton. 1, 95: Un cataletto di avorio, con le coltre d'oro e di porpora.
Definiz: § XIII. Pure usato a modo di aggiunto, e figuratam., vale Simile all'oro nel colore, Di color d'oro; e in particolare, detto di capelli, vale Biondo. –
Esempio: Dant. Parad. 31: Le facce tutte avean di fiamma viva, E l'ale d'oro.
Esempio: Petr. Rim. F. 97: Erano i capei d'oro a l'aura sparsi, Che 'n mille dolci nodi gli avolgea.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 103: La biscia.... le spoglie d'oro abbella e liscia.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 137: Chiome d'argento fine, irte e attorte Senz'arte intorno a un bel viso d'oro.
Esempio: Tass. Gerus. S. 7, 7: Li saluta Erminia, e dolcemente Li affida, e gli occhi scopre e i bei crin d'oro.
Esempio: Soder. Op. 1, 551: Le uve che chiaman d'oro se ne truovano assai nel Bolognese, somigliando nell'ingiallare le sancolombane mature smaccate.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 28: Un dolce Zeffiro Con l'ali d'oro Scorrea su florido Culto terren.
Esempio: Card. Poes. 497: Nel roseo lume placidi sorgenti I monti si rincorrono tra loro, Sin che sfumano in dolci ondeggiamenti Entro vapori di vïola e d'oro.
Definiz: § XIV. E pur figuratam., per Eccellente, Prezioso, Utile, in senso morale. –
Esempio: Dat. Oraz. Cr. XXIX: Plutarco in quel libretto d'oro.... insegna alcune formule per negare quel che di far non è giusto.
Esempio: Forteguerr. Cap. 203: Dei lor detti d'oro Tesoro eterno entro di me si tene.
Esempio: Leopard. Epist. 1, 60: Ricevetti da lei veramente graditissime le sue prose tutte d'oro.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 223: Bertoldo e Bertoldino, Stampato con la debita licenza, È un libro d'oro per un mercatino.
Definiz: § XV. E detto di persona, cuore d'oro, anima d'oro, e simili, vale Buono in sommo grado. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 24, 2, 16: O giovani, che avete tanti di voi un'anima d'oro per l'eccellente disposizione della natura a troppo più grandi opere che quelle non sono intorno alle quali v'andate miseramente perdendo, ditemi ec.
Esempio: Nell. Iac. Mogl. 3, 5: Gli è un figliuol d'oro, il poveretto.
Definiz: § XVI. Detto di età d'oro, epoca d'oro, tempo d'oro, e simili, vale Felice, Fortunato. –
Esempio: Bart. D. As. 1, 7, 199: Quelle tante migliaia d'infedeli, che ne' tre anni d'oro che D. Costantino di Braganza ebbe l'India in governo si guadagnarono a Dio in Goa e nelle isole circostanti.
Esempio: E Bart. D. Op. mor. 28, 1, 5: Già tramontarono que' secoli d'oro, quando le corone reali si mettevano all'incanto, e si pesavano le teste di chi vi pretendeva.
Esempio: Card. Poes. 496: Fammi tu un lavoro Degno di Roma, degno del tuo gusto, E del ponteficato nostro d'oro.
Definiz: § XVII. D'oro in oro, aggiunto a moneta d'oro in oro, vale D'oro effettivo; a differenza di una somma di denaro formata da tanta moneta spicciola di valore corrispondente alla moneta d'oro effettivo. –
Esempio: Cas. Pros. 3, 144: Ne ho a avere diciannove mila scudi d'oro in oro tutti contanti.
Esempio: Buonarr. M. V. Lett. Ric. 185: Io sono resoluto.... provedere costì a Giovan Simone, Gismondo ed a te scudi tremila d'oro in oro, cioè scudi mille per uno.
Esempio: Varch. Stor. 1, 363: Ancora, che ogn'anno gli si dovessero pagare quattromila ottocentodiciannove fiorini, e soldi otto marchesani d'oro in oro di sole.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 171: Fin qui avemo sempre tenuto che li 10 mila ducati depositati.... fossero d'oro in oro; ed ora troviamo che son di moneta.
Esempio: Cellin. Vit. 463: Il detto Girolamo fece una lettera molto ingegnosa ed in mio gran favore, e giudicò che 'l duca mi dessi tremila cinquecento scudi d'oro in oro, i quali ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 397: Questo Rinier debbeli Ottanta scudi d'oro in oro.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 3, 135: Lasciava il re nelle abbandonate stanze.... settecento mila lire in doppie d'oro in oro.
Definiz: § XVIII. E per Tutto d'oro, D'oro massiccio. –
Esempio: Bern. Orl. 9, 40: Il qual di Francia s'era già partito Con quella bella lancia d'oro in oro (la lancia d'oro d'Astolfo).
Definiz: § XIX. Figuratam., detto di cosa qualsiasi, vale Di ottima qualità, Tale quale debba essere nel suo genere, Perfetto. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 95: Quando ell'è (la peste) di quella d'oro in oro, Non vale inacetarsi o mangiar aglio.
Esempio: Grazz. Rim. V. 327: Prosontuosamente il primo è stato (il Vasari) La cupola a dipingere, E mensole e cornici ivi entro a fingere, Senz'ordine e misura; Acciò che dalle mura Non cadessero in coro Quelle sue figuracce d'oro in oro.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 69: Io non gli posso mancar per il debito Del fratello, ma infatto egli è un dappoco D'oro in oro.
Definiz: § XX. Per tutto l'oro del mondo, o Per tutto l'oro che è nel mondo, usato in frasi negative, e più comunemente in proposizioni condizionali, vale A qualsiasi prezzo, Per qualsivoglia ricompensa o guadagno, o genericamente In alcun modo. –
Esempio: Esop. Fav. M. 168: La libertà non è bene venduta per tutto l'oro del mondo.
Esempio: Tav. Rit. 1, 287: E s'egli vi vince, egli vi taglieràe la testa; e se voi vincete lui, sìe gli farete lo somigliante. E altrimenti non puote essere per tutto l'oro che è nel mondo.
Esempio: Varch. Suoc. 1, 4: La Fiammetta.... non direbbe una bugia a persona per tutto l'oro del mondo.
Esempio: Deput. Decam. 60: Questi che non sono usciti mai delle scuole de' fanciugli,... non passerebbono per tutto l'oro del mondo una di queste gentilezze al Boccaccio.
Esempio: Nell. Iac. Alliev. 2, 9: Non si darebbe per tutto l'oro del mondo un piacere come questo che abbiamo avuto stasera.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 130: Questi villani, che son pieni d'ubbie, non ci bazzicherebbero, in nessuna notte della settimana, per tutto l'oro del mondo.
Definiz: § XXI. Bue d'oro. –
V. Bue, § VI.
Definiz: § XXII. Coppa d'oro. –
V. Coppa, § XIII.
Definiz: § XXIII. Età dell'oro. –
V. Età, §§ XXII e XXIII.
Definiz: § XXIV. Libro d'oro. –
V. Libro, § XXXI.
Definiz: § XXV. Moscon d'oro. –
V. Moscone, § II.
Definiz: § XXVI. Secolo d'oro. –
V. Secolo.
Definiz: § XXVII. Sonnellino dell'oro, si dice Il sonno verso la mattina, quando riesce più grato. –
Esempio: Buonarr. Fier. 1, Introd.: Forse ch'io t'interroppi Il sonnellin che si dice dell'oro, Sì dolce in su l'aurora?
Definiz: § XXVIII. Coprire alcuno d'oro, o Ricoprire, alcuno d'oro, vale figuratam., in frasi negative, e più comunemente in proposizioni condizionali, Donargli tesori, Farlo ricchissimo. –
Esempio: Nell. Iac. Serv. padr. 2, 14: Se mi ricoprissero d'oro, non ci starei una ora.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 13: Non vi terrei nemmen per niente. Ed io: Se mi copriste d'òr, non ci starei.
Definiz: § XXIX. Dare l'oro, lo stesso che Mettere a oro, o d'oro, come più comunemente si dice. –
Esempio: Borgh. R. Rip. 177: E perchè alcuna volta accade che, dopochè si è dato l'oro, l'uomo s'impiega in altre bisogne e non si ricorda di brunirlo, avantichè sia secco affatto, sebben fosse stato dato l'oro di sei mesi, chi ec.
Definiz: § XXX. Essere d'oro, figuratam. vale Essere nella miglior condizione possibile. –
Esempio: Med. L. Op. B. 2, 285: S'io ti toccassi un miccinin la mano, Mi parre' d'esser d'oro a mano a mano.
Definiz: § XXXI. Essere oro colato, vale Essere ottimo nel suo genere. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 238: E tutto quel che dico e quel che faccio, Fosse anche oro colato, è roba mia, Tanto basta: dev'esser porcheria.
Definiz: § XXXII. Essere oro rotto, vale figuratam. Esser cosa da esitarsi facilmente, di sicuro spaccio o guadagno. –
Esempio: Albizz. L. Ragion. 11: I sassi che si cavassero, buoni a murare, sarebbero oro rotto.
Esempio: Dat. Lepid. 84: Disse al giovane, se per lui facessero un branco di mule bonissime.... Il giovane (rispose) che non sapeva che farsene, e come esitarle per far danari. A questo il B., ch'ell'erano oro rotto, e che ec.
Definiz: § XXXIII. Essere un oro, o Sembrare, un oro, Essere cent'ori, come più comunemente si dice, in frasi comparative, sono modi che valgono Spiccare per eccellente, Essere o Apparire migliore, ancora che non ottimo. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 14: Volse, scortolo d'animo arrogante e crudele, a petto a lui sembrare un oro.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 243: Ella studia sempre, ghiribizza e fatica per ritrovar qualche nuovo capriccio fantastico da farmi scior pallino, come fu quando ella mi fece.... lodar un gobbo a credenza; ma quel fu un oro appetto a questo.
Definiz: § XXXIV. Farsi d'oro, vale figuratam. Divenire ricchissimo. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 250: Si erano fatti d'oro con le inestimabili spoglie delle città e de' regni, che per le vittorie d'Alessandro avean saccheggiati.
Esempio: Red. Lett. 2, 171: Se il segreto mi regge fra mano..., questa è quella volta che io mi fo di oro.
Definiz: § XXXV. Mettere a oro, o d'oro, vale Coprire con una foglia d'oro, o con oro macinato; Dorare, Indorare. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 24: Ogni color magro è migliore che il grasso; salvo che in mettere d'oro, bolio, o verdeterra.
Esempio: E Cennin. Tratt. Pitt. 33: Medesimamente puoi mettere d'oro con questo verdeterra. E sappi che gli antichi non usavano di mettere d'oro in tavola altro che con questo verde.
Esempio: E Cennin. Tratt. Pitt. 95: Se vuoi fare drappi d'ariento, quella medesima ragione e condizione si vuole avere a mettere d'ariento che mettere d'oro.
Esempio: Morell. Cron. M. 91: Per le priete preziose, velluti, cremusi, e zetani vellutati, gremisi messi a oro, tutte le nostre donne erano copiose.
Esempio: Pulc. L. Morg. 12, 43: Era tutto (lo scudo) di cuoio di serpente, Con certi Macometti messi a oro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 8: Corse dentro alla porta messa d'oro Con la donzella in braccio il cavalliero.
Esempio: Cellin. Pros. 49: Farai d'avere una amatita nera, che son quelle che adoperano gli spadaj a metter d'oro.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 187: Catulo fu il primo che in Roma messe d'oro i tegoli di bronzo di Campidoglio.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 172: Del modo del mettere d'oro a bolo ed a mordente, ed altri modi.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 2, 194: Fece un altro ornamento, che riuscì molto bello; che poi da Gabriello Saracini fu messo d'oro ogni cosa.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 5, 84: Cominciarono a mettere d'oro il palco.
Esempio: Borgh. R. Rip. 176: Quanto al metter d'oro, si fa in due modi: l'uno è detto a mordente, ed è più comune, perchè con esso si mette d'oro in tela, in legno, in pietra, ed in ogni altra cosa; l'altro ec.
Esempio: Marcellin. Vanit. Mond. 13: Perchè non chiamano felici anco le statue, anco le scimie, anco i cocchi messi a oro e coperti di velluto?
Esempio: Bald. Vit. Guidob. 2, 116: I castellani, fabbricato un vitello e messolo a oro, lo portarono per tutti i luoghi della città con grandissima festa.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 178, 2: Verde di terra. Un color naturale e grosso, che agli antichi serviva per metter d'oro in cambio del bolo.
Esempio: Salvin. Odiss. 125: Come quando Argento mette ad oro uomo perito.
Definiz: § XXXVI. Nuotare nell'oro. – V. il § XLV.
Definiz: § XXXVII. Potere andare coll'argento e coll'oro in mano, ed anche Poter portare l'oro in palma viaggiando, figuratam. si disse per Andare per via, Viaggiare, senza tema di aggressione o rapina. –
Esempio: Carlett. Viagg. 1, 50: V'è per tutte quest'Indie Occidentali questa felicità, che non si trovano assassini, nè genti che vadano rubando nè alla strada nè per le case, e si può andar da un luogo all'altro, come si dice, coll'argento e coll'oro in mano, senza portar arme di sorta alcuna per difenderlo.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 1, 250: Buona giustizia era fatta, si potea portar l'oro in palma viaggiando.
Definiz: § XXXVIII. Prendere per tant'oro, o come tant'oro, o per oro colato, ciò che altri dica o affermi, vale Crederlo ciecamente, senza eccezioni o riserve, e simili. –
Esempio: Murat. Dif. Giurispr. 23: Si pianta da un accreditato legista qualche conclusione, forse perchè ne ha bisogno in quel tempo. Quei che vengono dopo la prendono come tant'oro; e trovandola approposito per qualche lor lite, l'infilzano ne' lor consulti o nelle lor decisioni.
Definiz: § XXXIX. Recare ad oro. – V. il § XLII.
Definiz: § XL. Recare in oro un possesso, od altra cosa di appartenenza propria, vale Venderla ritirandone il prezzo. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 248: Recato in oro ogni suo podere..., fecelo dare a i poveri.
Definiz: § XLI. Ricoprire alcuno d'oro. – V. il § XXVIII.
Definiz: § XLII. Ridurre a oro, nella maniera Per ridur la cosa a oro, A ridurla a oro, o Per ridurla, a oro, vale figuratam. Dir chiara e netta in brevi parole la cosa; e deriva dall'uso di ridurre in monete d'oro grandi somme di denaro, per poterle più presto e facilmente contare. E si trova anche Recare ad oro. –
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 173: Se già non si possono (gli Spagnuoli che contano sempre il denaro a piccoli maravedi) in ciò senza altrui colpa ripigliare (come per avventura i nostri, col trito proverbio del recare ad oro, assai gentilmente fanno; e dico gentilmente perchè mostra in un tratto il gran tedio di quella lor maniera de' conti e la commodità di quest'altra).
Esempio: Cecch. Comm. ined. 413: Trovò, per ridurcela A oro, tosto che lei è senza dubbio La sua figliuola propria.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 48: Io dunque.... Soggiungo e dico, per ridurla a oro, Che mal distribuito è questo ufizio.
Esempio: E Lipp. Malm. 8, 1: Vorrei che mi dicesse un di costoro Che giostran tutta notte per le vie, Che gusto v'è; perchè, a ridurla a oro, Non v'è guadagno, e son tutte pazzie.
Esempio: Dat. Vegl. 3, 92: A ridurla a oro, come si dice, tutte le piante di cedrarancio hanno origine da quella di questa villa, la quale da' più si crede venuta a caso.
Esempio: Baldov. Am. scart. 251: E se ben m'udiste spesso Dir: Ben mio, voi sola adoro, A ridur la cosa a oro, Amo voi, ma più me stesso.
Definiz: § XLIII. E per Mettere checchessia ne' suoi veri e sostanziali termini; detto di cosa morale o intellettuale. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 94: Poveri sciocchi! Volete voi vedere il vostro dolore (per la morte di alcuno dei parenti) ridotto a oro, e giudicare da voi medesimi s'ei sarebbe capace di farvi risuscitare nessun di costoro? Ricordatevi che ec.
Definiz: § XLIV. Sembrare un oro. – V. il § XXXIII.
Definiz: § XLV. Stare nell'oro, o nell'oro a gola, e Nuotare nell'oro, sono modi che valgono figuratam. Vivere in mezzo agli agi, alla ricchezza, e simili. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 436: Io me ne vo' più presto andare a casa di mio padre, e rigovernare le scodelle, che star con teco nell'oro a gola, per avere a patire di vedere andarne il mio a questa foggia.
Definiz: § XLVI. Toccare d'oro, termine del linguaggio artistico, vale Lumeggiare con oro. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 5, 31: Comandò agli altri che tutti coprissero le loro pitture dei migliori azzurri che si trovassero e le toccassino d'oro.
Esempio: Salvin. Odiss. 65: A Elena la moglie Fe' regali bellissimi: conocchia Aurea e paniera die', sotto rotonda Argentea, e d'òr toccate eran le labbra.
Definiz: § XLVII. Valer tant'oro, Valere oro quanto pesa, cento o mille ori, e simili, vale figuratam. Essere di grandissimo pregio, oppure Essere adattissimo a checchessia. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 18: Eravi un Percennio stato capo di commedianti, poi soldatello linguacciuto, e per appiccar mischie, avvezo già tra' partigiani de' recitanti, valea tant'oro.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 284: Per sapere a mente poesie latine, canzonette franzesi, riboboli, detti piccanti, storiette alla moda, e coionerie erudite, val tant'oro.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. disinv. 1, 6: Amico, voi avete una gioia che val tutto l'oro del mondo.
Esempio: Panant. Paret. 57: Una pincianella vale mille ori, Specie se quando inalzasi cinguetta, E poi si posa in cima alla bacchetta.
Definiz: § XLVIII. A nemico che fugge, ponte, o ponti, d'oro, A nemico il ponte d'oro. –
V. Nemico, sost., § XII.
Definiz: § XLIX. La parola è d'argento e il silenzio è d'oro. –
V. Parola.
Definiz: § L. L'oro non prende macchia. –
V. Macchia, Lo tema, § XXI.
Definiz: § LI. Mercante d'olio, mercante d'oro. –
V. Olio, § XXXVIII.
Definiz: § LII. Non è tutt'oro quel che luce, o che riluce, o tutto ciò che luce, o riluce, o Non è oro, quel che luce, o che riluce, o tutto ciò che luce, o riluce, e simili; proverbio che significa che Non sempre alla bella apparenza corrisponde bontà intrinseca. –
Esempio: Sacch. Rim. G. 50: E quella (la mia rima) stimerai men ch'una ghianda, Però che non è oro ciò che luce.
Esempio: Bemb. Rim. 44: Or veggo, e dirol chiaro in ciascun loco: Oro non ogni cosa è che risplende.
Esempio: Cant. Carn. Otton. 89: Ma ci bisogna giudicare a' frutti, Perchè ciò che riluce non è oro.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 469: Mico, adagio; E' non è oro, no, ciò che riluce; Ed il caval par con la sella bello, Che se la se gli cava, egli ha sott'essa Di pazzi guidaleschi.
Esempio: Salvin. Lett. IV, 2, 249: Quelle (statue) di bronzo dorato.... avevano il bronzo sotto; e lo trassero per similitudine alle cose o persone, diremmo noi, di falsa apparenza, che mostrano di fuori una cosa, e sotto ne hanno un'altra; e forse di qui il nostro proverbio: Non è tutt'oro quel che riluce; cioè non è se non oro nella prima buccia.
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 2, 141: Voi.... vedete ne' Farisei una gran dimostrazion di pietà: digiuni, orazioni, limosine, osservanza scrupolosa di ogni minuto articolo della legge. Non tutto è oro quello che luccica; in questa gente niuna sostanza, tutto è corteccia; cioè apparenza ec.